CAPITELLO CORINZIO
navata sinistra, prima colonna



Questo è l'unico capitello corinzio "puro" della pieve, essendo il successivo anche figurato. L'acanto, le cui foglie formano l'ordine corinzio, ha un valore simbolico importante per il cristianesimo: è la vita, l'immortalità, ma le sue spine rappresentano la sofferenza, il peccato e la sua punizione; un doppio valore, quindi, mentre nel mondo classico ha solo valenza positiva: secondo Vitruvio (De Architectura, IV, 1, 9-10) l'ordine corinzio fu inventato dall'architetto greco Callimaco, attivo nell'ultimo trentennio del V sec. a.C., che rimase colpito dall'acanto cresciuto su una tomba e ne trasse un significato di immortalità.
Il capitello di Gropina è di fattura elegante e di alta qualità esecutiva; il suo gusto naturalistico esprime quel "ritorno alla classicità" ancora sentito in Toscana rispetto ad altri ambienti artistici come quello lombardo, più legati alla concezione della supremazia dell'immagine sancita dalla Riforma gregoriana. Stilisticamente il capitello è avvicinato dalla critica a uno scultore di formazione provenzale (già da Roberto Salvini, 1966, e più recentemente tra gli altri dal Gandolfo, 2003), autore per lo stesso Gandolfo anche del capitello che segue.



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